To the Gate

EP 1 - Serie del Giovane Psicopompo.

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    Alunni Classe Ifrit
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    Era passato qualche mese da quando il giovane Jack aveva avuto il suo "incontro", durato un nulla, nella sala virtuale, e costatando che in effetti non si riteneva ancora all'altezza di entrar a far parte di una scuola di cacciatori di demoni, in quanto l'unica cosa che sapeva fare gli era stata bloccata in quello scontro, aveva deciso di ritornare in Giappone, la sua nazione natale.
    Per precisare la sua intenzione era quella di andare dove era venuto in possesso del suo potere particolare, le sue fiamme blu.

    Ma prima di partire doveva far le cose per bene, dunque inizialmente si recò in Reception.

    Il suo vestiario era come il solito, in stile orientale ma decisamente modificato come piaceva a lui, e la catena sempre presente, insieme agli strappi causati volontariamente alla parte inferiore del vestito.
    Non portava nulla con se, se non un piccolo zaino con qualche cosa da mangiare e da bene, giusto per non morir di fame in caso di qualsiasi cosa.

    Dunque lì sostava, in attesa di un qualche membro dello staff della scuola, per avvisar della sua partenza, e dunque della sua mancanza momentanea dall'isola.

    Era appoggiato al bancone, guardando l'ingresso, con i gomiti a far leva sul piano, e la schiena appoggiata sul bordo.
    Il cappuccio era uscito fuori dalla tasca a cerniera, pronto in caso ad essere indossato, non si poteva mai sapere cosa aspettava fuori dalla scuola infondo.

    Se vi state chiedendo se stava aspettando qualcuno prima di partire, beh sbagliate. Infondo ancora non conosceva praticamente nessuno della scuola, se non chi l'aveva "testato" e chi aveva "affrontato", venendo ucciso da quest'ultimo, virtualmente parlando.


    « ... »

    CITAZIONE
    Titolo: Serie del Giovane Psicopompo. Ep 01/??

    Descrizione: Questa serie di topics saranno pressoché ambientati in Giappone, e prevederanno l'allenamento di Jack, con venuta in possesso delle armi presenti in scheda e delle tecniche, anch'esse presenti in scheda.
    Inoltre questa serie continuerà ogni volta che Jack passerà di livello, prendendo tecniche ed abilità o sbloccherà un livello aggiuntivo ad un'abilità oppure acquisirà un'altra abilità, o cose del genere.

    Delucidazioni: Non vedetela come una quest, in quanto non lo è affatto. Infondo gli unici reward che saran possibili saranno ciò che è in scheda di Jack. Non mi aspetto che qualcuno risponda, ma per andar sul sicuro ho deciso di partire piano, partendo dalla reception della scuola per poi spostarmi subito. In caso di interessati a partecipare, ben venga, è aperto a tutti il topic.

    Tempo di di post concesso ad altre persone all'infuori di me: 3 Giorni partendo dall'orario in cui questo post è stato generato.
     
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    Alunni Classe Ifrit
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    Ed infatti, proprio per il fatto che non aspettava nessuno, nessuno arrivò.
    Realmente non arrivò neanche nessuno alla receptions, quasi come se la scuola fosse deserta.
    Attese dunque, ancora per qualche 15 minuti precisi, per poi decidersi di far il tutto da solo. Si portò dietro il bancone della reception e, sedendosi momentaneamente sulla sedia girevole ivi posta, si mise un attimo a cercare per bene nel computer della scuola la sezione che lo riguardava.


    « Eccomi qua... » Esclamò mentre, nella voce che riguardava la presenza e disponibilità, si segnava come assente.

    Poi si riallontanò, riguardò a destra et a sinistra per vedere se effettivamente vi fosse ancora qualcuno, ed inutile dire che ancora una volta trovò il nulla, e si diresse infine verso il gran portone dell'ingresso.

    Una volta fuori ignorò totalmente ciò che stava succedendo a Mallet Town, o che clima vi fosse.
    Non gli importava nulla, lui doveva andare a prendere la corretta imbarcazione che l'avrebbe portato in patria, al porto.
    Anch'esso sembrava stranamente deserto quel giorno, solo la biglietteria presentava personale, o meglio la ragazza che svolgeva il ruolo di cassiera.


    « Andata e Ritorno per Chugoku. » Disse a bassa voce, ponendo alla commessa la giusta somma di di orbs.
    Prese il biglietto, e così bello che pronto, si mise ad attendere l'imbarcazione, che di lì a poco lo avrebbe preso, raccolto, e riportato nella zona del giappone da cui era venuto alla conoscenza di possedere quello strano potere.

    Voleva imparare qualcosa in più e magari ritornare in quello strano portale l'avrebbe aiutato.

    Inoltre doveva cercare di non farsi individuare da sua madre, non aveva alcuna intenzione di tornare nelle grinfie di sua madre.


    CITAZIONE
    Tempo di post: 4 giorni. Se ancora vi è qualcuno interessato ad iscriversi, lo può ancora fare ò.ò
     
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  3. Meaxott
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    Spiare non era mai stato qualcosa che Johan gradiva particolarmente fare, eppure quando vide un ragazzo picchiettare sui tasti del computer della reception per poi uscire dalla scuola la sua curiosità crebbe di molto.
    Decise che avrebbe seguito dalla distanza il ragazzo. Entrando in modalità stalker cercò di camminare più silenziosamente possibile ma avrebbe dovuto allungare il passo perchè il ragazzo camminava alla svelta non curante del mondo esterno che lo circondava. Johan cercava di trovare un'andatura disinvolta ma che allo stesso tempo gli permetteva di seguire con facilità il ragazzo misterioso.
    Fu sul punto di perderlo diverse volte e quando alla fine gli sembrò di averlo perso definitivamente decise di abbandonare la sua inquietante nuova impresa. Si sentì piuttosto sciocco nell'aver seguito una persona senza un motivo valido ma dato che ormai era in città pensò subito a qualcosa che avrebbe deliziato il suo palato per l'ora di pranzo. Girandosi con l'intento di trovare un qualche luogo che vendesse cibo commestibile scorse per l'ultima volta il ragazzo che entrava nella biglietteria del porto. In un arco di tempo impercettibile decise di mettersi a correre in quella direzione entrando anche lui nella biglietteria, si avvicinò abbastanza da udire la sua destinazione che bisbigliò impercettibilmente.

    CITAZIONE
    « Andata e Ritorno per Chugoku. »

    Se la geografia non lo tradiva Chugoku doveva trovarsi in Giappone. Johan era piuttosto confuso. Si interrogava sul perchè uno studente improvvisamente dopo aver maneggiato chissà quali file sul computer della scuola dovesse andare all'estero cosi di fretta. Qualcosa gli puzzava. Oppure semplicemente la sua fantasia viaggiava liberamente guidata dalla noia che provava ultimamente.
    Non aveva molti soldi con se, sperava davvero che bastassero. In effetti non aveva mai visto il Giappone, chissà che non avrebbe trovato qualcosa di interessante. Sorrise ripensando al fatto che cinque minuti prima lo spannung della giornata sarebbe stato lo scegliere un fast food piuttosto che un altro mentre ora aveva appena deciso irresponsabilmente di buttarsi su una nave diretta verso il Giappone... dove probabilmente avrebbe trovato di meglio da mangiare, tutto sommato il cibo non abbandonava ancora la sua mente. Se ne accorsero anche i presenti più prossimi a lui perchè il suo stomaco cominciava a borbottare.

    Dannato stomaco, proprio ora dovevi tradirmi

    Sussurrò mentre decise di abbandonare la sua copertura. Si avvicinò con disinvoltura alla cassiera e con un sorristo stampato in faccia che sembrava dire "hey sono un normale passeggero" chiese:

    Andata e ritorno per Chugoku

    Una volta detto ciò anche uno stupido avrebbe pensato all'eventualità che non era una conseguenza quella precisa scelta di biglietti. Ringraziò il cielo di avere abbastanza soldi con se e non appena pagò guardò il ragazzo aspettando un segno, o qualunque altra cosa. Sembrava pensieroso
     
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    Era ancora lì, che attendeva, non accorgendosi per nulla della persona che lo aveva inseguito e, a quanto pare, stava comprando un biglietto per la sua medesima destinazione.
    No, i suoi pensieri andavano ad altro, a suo padre per la precisione.

    Non sapeva nulla di suo padre, né il suo nome, né chi diavolo fosse, né come mai era in una specie di portale per un'altra dimensione e neanche che aspetto avesse, dato che l'unica volta che era riuscito a vederlo era stato abbagliato dall'immane luce.

    Tutto ciò che sapeva era che quando lo vide era venuto in possesso pure dell'unica cosa che effettivamente gli aveva permesso di entrare a far parte della scuola, il suo potere, ciò che, effettivamente, non sapeva ancora utilizzare per bene, e ci metteva pure un bel po' per attivare.

    Dunque, non curandosi affatto dello stomaco borbottante, e dello sguardo rivolto dal tizio che aveva appena comprato il suo stesso biglietto, portò sul ginocchio destro il braccio destro col palmo della mano rivolto verso l'alto. Socchiuse gli occhi per un istante, e stoppò pure per qualche secondo il respiro, concentrandosi e radunando le forze mentali nella mano.
    Poi strinse il palmo a pugno, di colpo, riaprendolo di scatto subito dopo, lasciandolo però a coppa.
    E fu così che, come avvenuto contro Eric in quella che era una realtà virtuale, e nel suo arrivo in reception, scoppiò, in mano a Jack, una fiamma blu, che sembrava dominata dal suo volere.

    Aprì dunque gli occhi, e guardò la fiammella, portandosela, con la mano destra, più vicino al volto, quasi fosse un oggetto da ammirare con attenzione.
    Voleva capire di più su se stesso, e su ciò che effettivamente significava quel poter generare fiamme blu.
    Guardò, finalmente a destra e sinistra, e notò il tizio che lo stava guardando.
    Rimase un attimo bloccato, scambiando lo sguardo, per poi chiudere la mano destra a pugno, di nuovo, esaurendo la fiamma nel nulla e,
    con lo sguardo sgranato, andare a riprendere posizione normale, come se non fosse effettivamente capitato nulla di strano.

    Passò qualche minuto, una decina su per giù, e venne annunciato da dei megafoni, nella biglietteria, l'arrivo di un traghetto ad alta velocità.
    Destinazione? Porto di Hiroshima.

    A sentir tale destinazione scatto in piedi, e si diresse verso dove sarebbe avvenuto lo scalo, abbastanza vicino dalla biglietteria.

    Lì, attese ancora per qualche secondo, per poi veder arrivare ciò che sembrava l'unione fra un comune traghetto ed un Lockheed F-117 Nighthawk.

    Di sicuro il viaggio sarebbe stato breve, ed attese, ancora, fino al momento in cui venne data la possibilità di salire a bordo. Non vi erano altri passeggeri, se non lui, e probabilmente quel tizio che a quanto pare aveva comprato un biglietto per la sua stessa destinazione.

    Mostrò il biglietto ad un marinaio, che attendeva sul pontile in legno che era stato calato in attracco, per permettere la facile salita a bordo, e salì a bordo.

    Il traghetto non era per niente grande, anzi. Presentava al primo livello solo la cabina da pilotaggio, con discesa in sale macchine, seppur questo non era dato saperlo ai più, ed una cabina, ampia, dove si trovava l'alloggiamento per gli utenti che avevano richiesto quel servizio di traghettamento. Era una sala che contava più o meno 35 posti, e Jack andò a posizionarsi vicino al primo finestrino sulla sinistra, guardando fuori, verso Mallet Town.




    CITAZIONE
    Abilità Utilizzata:

    · Ignis Fatuus [Sparda Lv1]
    Da quando, in età adolescenziale, Jack "andò a trovare" suo padre sviluppò in se codesta abilità innata, ovvero il poter generare dal suo corpo, prevalentemente dalle mani, delle fiamme, di colore blu, simili ai fuochi fatui. Esse, seppur sono di origine umana, si comportano esattamente come il normale fuoco, solo che vengono governate dalla volontà di Jack. Codesto fuoco può essere generato in qualsiasi condizione, in quanto è la manifestazione "fisica" dell'anima di Jack. Ciò significa che può essere utilizzato in qualsivoglia modo, luogo ed evenienza, dipendendo direttamente dalla volontà di Jack. Per il momento Jack riesce a manipolare L'Ignis Fatuus ancora in maniera basilare, e riesce a modularlo sotto sia la forma basica, ovvero di pura fiamma, che nella forma di una lama, di dimensione variabile, costituita puramente ed unicamente da fuoco.
    · Capacità di Utilizzo: Manipolazione base di 1 elemento fisico o magico (Generazione fiamma + Generazione lama).


    Edited by » Jake. - 28/6/2015, 18:38
     
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  5. Meaxott
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    Il ragazzo inizialmente non reagì per nulla, eppure aveva abbandonato la sua modalità stealth da stalker oramai. Era completamente assorto nei suoi pensieri, o così sembrava. Una situazione in cui Johan poteva immedesimarsi fin troppo bene, anche a lui capitava di isolarsi completamente dal mondo circostante per riflettere. Ad un tratto però il suo riflettere angosciante si trasformò in altro, con leggerezza portò la mano sopra il ginocchio e con un movimento lento la apri per poi chiudere gli occhi. Johan interpretò quel gesto come innocuo fino al momento in cui nella mano del ragazzo si materializzò una fiammella blu che delicata e senza far rumore si muoveva sinuosamente sulla sua mano.
    Si irrigidì per un attimo, di norma non si vedono queste cose in giro e sempre di norma nel caso straordinario in cui si vedono la ragione e l'istinto dell osservatore vanno a braccetto nel comandare prudenza. Poteva quel gesto essere interpretato come un segnale intimidatorio? In ogni caso era la garanzia che stava avendo a che fare con una persona fuori dal comune. Non era da molto che si era iscritto alla scuola e non aveva ancora avuto occasione di incontrare persone speciali come se stesso. In qualche modo si sentiva meno solo, ma allo stesso tempo anche più minacciato. In un luogo in cui l'anormale è normale non si deve dare nulla per scontato e soprattutto non bisogna mai restare con le mani in mano, fino a quel punto infatti Johan si era beato delle sue capacità, sentendosi come uno squalo. La realtà era che non fu altro che un pesce rosso in un laghetto per molto tempo non rendendosene conto, ciò che però realizzò in quel momento fu che si era appena buttato nell'oceano dove bisognava prestare molta più attenzione.
    Il suo sguardo oramai inevitabilmente più serio si incrociò per un istante con quello del ragazzo, che si irrigidì a sua volta e che spense immediatamente il fuocherello bluastro che gli si era palesato in mano facendo finta di nulla. Data la sua reazione probabilmente non aveva brutte intenzioni nei propri confronti, almeno per ora...
    Passò qualche minuto a guardarlo per poi distogliere lo sguardo e ricominciare a guardarlo di nuovo, finché il ragazzo non si alzò, a seguito dell'annuncio dell'arrivo di una nave. In effetti Johan aveva solo comprato il biglietto, non si era minimamente preoccupato di chiedere dove e quando e su quale nave sarebbe dovuto salire. Decise che era meglio seguire lo sconosciuto che stava pedinando da un pò e una volta raggiunta l'imbarcazione dall'apparenza molto veloce diede il suo biglietto al controllore sorridendogli per mantenere un espressione disinvolta.
    Tirò fuori i suoi occhiali da sole dalla montatura circolare e se li mise. Mentre percorreva la piccola nave ancora vuota vide subito dove si era seduto il ragazzo che fissava con occhi spenti il panorama urbano. Johan si sedette diversi posti più indietro per cercare di non dare nell occhio... per quanto si possa in una nave con due passeggeri.
    Realizzato il fatto che fare ancora finta di nulla era quantomeno noioso esclamò ad alta voce rimanendo seduto


    Giappone eh...

    Non sapeva ancora se era stata una buona idea e a dirla tutta si sentiva un pò teso anche se nel profondo sapeva che l individuo che si trovava a qualche metro da lui non avrebbe reagito troppo male, almeno non subito. Diciamo che stava riponendo incoscientementemente il suo immediato destino nelle mani di uno sconosciuto fidandosi di lui.
     
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    Alunni Classe Ifrit
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    Non che la presenza di altre persone lo potesse in alcun modo disturbare, infondo inizialmente aveva atteso in reception l'arrivo di qualche folle che, sentendo la sua intenzione di partire, si sarebbe imbarcato per quell'avventura folle, e fuori dal contesto di normalità, con la sua persona.

    Era dunque messo lì, appoggiato col gomito sinistro al finestrino, spiando dall'oblò Mallet Town prima di vederla scomparire nel nulla in un guizzo acquatico, prodotto da quello strano traghetto.

    Il ragazzo, che a quanto pare lo stava pedinando ed era probabilmente curioso del suo fare, e della sua abilità, e sicuramente pure delle sue intenzioni, gli si era avvicinato. Si sentì per un attimo braccato, avvertendo la sua presenza, per l'appunto il grande spostamento d'aria che aveva prodotto per avvicinarsi a lui. In quel giorno in effetti Jack aveva i nervi a fior di pelle, infastidito dal mondo ma volenteroso di conoscere ancor di più, ecco la definizione corretta.
    Si girò di mezzo busto ad osservarlo, mentre il ragazzo stava prendendo posto accanto a se.

    " 34 posti liberi e va a sedersi proprio accanto a me... " Pensò, infastidito un tantino dalla cosa. Gli fece cenno di un saluto, abbassando il giusto il volto, e chiudendo e riaprendo nel movimento le palpebre. Alla domanda, anzi esclamazione del ragazzo rimase impassibile, mentre si sistemava correttamente nel posto a sedere. Guardandolo anche di sfuggita poteva ben comprendere come quel ragazzo non fosse affatto del giappone, e che probabilmente non conosceva neanche la regione del Chugoku, a differenza sua, dato che era il suo luogo natale.

    « Casa... » Rispose pacatamente, facendo intendere tutto e facendo intendere niente. Poi un segnale acustico risuonò negli altoparlanti del traghetto e venne seguito subito dopo da una voce, metallica data la qualità degli altoparlanti: « Gentili passeggeri, è il comandante che vi parla. Allacciate per bene le cinture, in quanto l'arrivo a destinazione è prevista fra 5 minuti. »

    Si, 5 minuti. In 5 minuti quel piccolo traghetto avrebbe compiuto una tratta abbastanza, forse troppo lunga. Vi starete chiedendo come fosse possibile, beh... Era un traghetto di Mallet Town giusto? Dell'isola dove risiede la scuola di cacciatori di demoni, no? E cosa vi aspettavate, un comune traghetto transatlantico? Se si, vi sbagliavate di grosso. Quel traghetto, come tutto ciò che riguardava Mallet Town, era tutto fuorché normale. Vi evito la descrizione di come funzionasse, infondo non è per niente necessaria.

    Ritornando al punto, Jack sentendo quella voce allacciò le cinture e si "agganciò" per bene al sedile, tenendosi pure con le mani. Sapeva come si muovesse quel traghetto, e già la prima volta gli era servita di lezione, e voleva tentare di superare quest'altro viaggio con qualche bernoccolo in meno.

    « Ti conviene star pronto » Disse al tizio che l'aveva pedinato, alludendo alle cinture.

    Una trentina di secondi dopo si sentì un fragoroso rombo, il quale era semplicemente il motore. L'imbarcazione rimase ancora due secondi ferma, rombando, finché, in un lampo nero, scomparve in una saetta, protratta in avanti, dal porto di Mallet Town. Se vi state chiedendo da quanto il porto di Mallet possedesse un veicolo del genere, beh... Diciamo che l'unica gentile concessione realmente utile ricevuta dal "Guerriero Ignoto". Inutile andarsi a cercare chi realmente fosse sto guerriero ignoto, in quanto pure il suo aspetto è ignoto, come il suo nome e tutto ciò che riguarda il suo essere. Probabilmente era pure il capitano di quella imbarcazione, ma non ci è dato saperlo.

    Se Jack e quel ragazzo avessero tentato di osservare fuori dagli oblò, se la forza cinetica schiacciante glielo avesse concesso, l'unica cosa che sarebbero stati in grado di vedere era il colore del mare, sfocato, che non lasciava vedere nient'altro, come se fossero circondati da esso.

    Passarono esattamente cinque minuti e l'imbarcazione sembrò subire un totale arresto, scaricando chissà in quale maniera tutta quella forza cinetica. Non vi fu alcun colpo di rimbalzo, e sia Jack, sia il ragazzo, se era anch'egli agganciato correttamente, sarebbero rimasti ai loro posti tranquillamente. Il motore dopo una decina di secondi tacque, seppur l'imbarcazione sembrava muoversi dolcemente ancora, e dopo una manciata di secondi l'interfono del veicolo venne riacceso:
    « Benvenuti nel porto di Hiroshima, la giornata e solare e son previsti 30 gradi, una bella giornata estiva. »
    Dopo qualche secondo il portellone di entrata venne riaperto, ed il marinaio che controllò i biglietti rispuntò nel nulla, calando la scaletta per il porto ed invitando i due a seguirlo. Jack non fece attendere molto, si sganciò e, sorridente, si avviò a scendere al porto. Lì avrebbe atteso un attimo, il giusto per squadrare l'ambiente, e per attendere in caso l'altro ragazzo.
     
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  7. Meaxott
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    Il ragazzo era chiaramente infastidito dal suo comportarsi, poteva leggerglielo in faccia. Aveva l'aria di qualcuno che vuole a tutti i costi una risposta, una bomba ad orologeria pronta ad esplodere che tutta via non lo mostra affatto. Forse era quello il suo aspetto più inquietante, si vedeva palesemente he sarebbe potuto esplodere da un momento all'altro ma manteneva comunque un aspetto calmo. Anche alla sua domanda evidentemente mirata ad attaccare bottone per farsi rivelare più cose possibili non ottenne altro che una risposta di nessun valore, pronunciata a mezza bocca.

    CITAZIONE
    « Casa... »

    Se non altro aveva capito che il ragazzo era giapponese... non che non fosse inimmaginabile ma esserne sicuri era meglio. Poco male, avrebbe compensato la mancanza di risposte con le azione, d'altronde lo aveva pedinato a Mallet Town, poteva di certo pediralo a Chugoku. I vari altoparlanti con qualche stridio annunciarono l'imminente partenza e diedero istruzioni di allacciarsi le cinture, l'arrivo era previsto a 5 minuti di distanza. Cosa insolita, il traghetto aveva una forma particolare che manifestava una certa velocità del mezzo ma Johan non avrebbe mai immaginato che fosse così veloce.
    L'altro ragazzo si allacciò molto strette le cinture e si teneva addirittura con le mani sul proprio sedile. Aveva senso, se ci metteva 5 minuti per arrivare in Giappone la velocità del mezzo avrebbe prodotto molta spinta all'interno. Decise che imitarlo era probabilmente la scelta migliore. Non ebbe il tempo di mettersi le cinture che lo sconosciuto esordì con

    CITAZIONE
    « Ti conviene star pronto »

    Allacciatosi velocemente le cinture cercava di farsi venire in mente alla svelta qualcosa da chiedere che non risultasse eccessivamente impertinente, anche se in realtà si rese conto che stava stalkerando qualcuno senza pudore e farsi venire scrupoli su cosa domandare era assurdo, se non ridicolo.
    Il rombo del motore interruppe il flusso dei suoi pensieri, le vibrazioni che produceva si propagavano anche per i sedili, sorrise e pensò: "Niente male per un motore..."
    Appeni finì di pensare ciòò il traghetto partì a una velocità incredibile che per un attimo fece sobbalzare Johan facendogli quasi perdere l'equilibrio.

    E cosa vai a fare a casa? Non sembri di avere l'aria di uno che va a trovare i parenti per una qualche ricorrenza. C'è forse un blackout nella tua città e ti hanno ingaggiato come lampione mobile?

    L'ultima parte era una provocazione completamente gratuita, seppur leggera. Magari così avrebbe risposto, o lo avrebbe ignorato. In ogni caso stavano per arrivare in Giappone, da li forse avrebbe potuto capire meglio costa stava succedendo. Si prese un pò di tempo per se, cercava di ammirare il paesaggio, che in realtà risultava come uno sfondo del colore del mare ma di forma indefinità. Ciò lo portò a meditare sul viaggio che aveva intrapreso e soprattutto su quanto poco ci stava mettendo ad arrivare tramite una barca. L'ultima volta che aveva preso una barca ci aveva messo un eternità per tornare a casa
    Poco dopo gli stessi altoparlanti con gli stessi stridii annunciarono l'arrivo del mezzo al porto di Hiroshima. Johan ne fu contento, significava che le risposte sarebbero cominciate ad arrivare.
    Il controllore dei biglietti con fare gentile indicò l'uscita dopo aver calato la scaletta. Il ragazzo scese per primo, Johan ammirò ancora un secondo l'imbarcazione da dentro per poi fare un cenno al controllore e uscire. Guardò per un attimo il mezzo di trasporto su cui si trovava qualche secondo prima per poi girarsi. Si accorse di essere arrivato accanto all'altro ragazzo che squadrava l'ambiente. Prendendo una grande boccata d'aria Johan disse:

    Casa dolce casa...
     
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    Mh...

    Alla provocazione semplicemente non rispose per tutto il tragitto, e la ignorò completamente. Era notte, lì a Hiroshima, luogo ove per la seconda guerra mondiale venne sganciata una delle due bombe nucleari. I giapponesi erano bravi, non vi era quasi più ogni traccia di tale bombardamento, e la gente sembrava viver tranquilla senza alcuna menomazione o escoriazione da radiazione.
    Una volta atteso tale bizzarro compagno di viaggio, che tante, troppe domande stava facendo, e sentendo la sua ultima frase, gli venne quasi da ridere. Squadrandolo velocemente poteva ben capire che non era affatto del luogo, o di quella regione del mondo, a differenza sua, e perciò decise di prender parola.


    Anche tu del giappone? Allora ti dispiacerebbe farmi strada fino a fuori città? Dovrei andare verso la campagna, in una risaia non molto lontana da Hiroshima.

    Era più che altro una provocazione che una richiesta, ma camuffò il tono utilizzandone uno molto gentile e pacato, tentando pure di sorridere.
    Stranamente quella sera il porto era completamente vuoto, non vi era neanche alcuna imbarcazione attraccata, se non quello strano "traghetto" che li aveva condotti lì.
    in ogni caso non attese realmente una risposta, ma si mise a camminare a passo moderato verso la strada, verso una stazione della metrò ivi presente.
     
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  9. Meaxott
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    Il ragazzo mostrava un discreto autocontrollo, degno di un comunissimo individuo mediamente menefreghista. Soprattutto mostrava senso dell'umorismo a sua volta, forse provocato dal fastidio che Johan gli stava recando, oppure da una situazione di stress personale che il tornare a casa sua gli stava accrescendo.
    Comunque sia a quelle parole

    CITAZIONE
    Anche tu del giappone? Allora ti dispiacerebbe farmi strada fino a fuori città? Dovrei andare verso la campagna, in una risaia non molto lontana da Hiroshima

    Johan rise. non si aspettava una risposta del genere, aveva inquadrato il tipo come serio e con qualche problema irrisolto. Tanto meglio, una risata durante questo suo nuovo viaggio gli avrebbe fatto bene.

    Mi spiace, non vengo da tanto e ho lasciato la cartina negli altri pantaloni, sembra proprio che tu dovrai farmi strada verso questa risaia, dove spero si potrà mangiare qualcosa

    Disse tutto ciò e verso la fine della frase cominciò a massaggiarsi lo stomaco con aria affranta. Mentre con la mano faceva movimenti circolari e lenti sul suo stomaco alzò lo sguardo, non aveva ancora notato a dovere la bellezza del semplice ma comunque bel panorama. Ma proprio mentre si perdeva in un treno di pensieri non ancora arrivato notò che il ragazzo si stava dirigendo verso una stazione di treni veri... ah l'ironia.
    Mentre oramai con la mano sul suo stomaco aveva finito decise di togliersi gli occhiali, di sera sarebbero serviti a ben poco. Pulì le lenti per qualche secondo e con molta calma seguì il giovane diretto, sicuro di sè, verso la stazione.

    Tipo misterioso, dobbiamo far finta di ignorarci ancora a lungo o visto che ormai sono qui mi spieghi qualcosa? Partendo dal nome magari

    Non voleva essere aggressivo, anche se Johan poco dopo aver parlato riconobbe che le sue parole sarebbero potute essere tranquillamente fraintese e interpretate come ostili. Da una parte era meglio, forse essendo un tantino brusco avrebbe cominciato a capirci qualcosa di quella situazione
     
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8 replies since 21/6/2015, 09:53   98 views
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