Rebirth

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    Plicplicplicplicplicplicplic
    Bom.
    Pioggia sul viso, pioggia tra i capelli, pioggia che scorre sulla pelle, pioggia che gli entra in gola.
    Tuoni in cielo, tuoni che risuonano nelle orecchie, tuoni che illuminano la notte.
    Plicplicplicplicplicplicplicplic
    Ma non è il suono della pioggia. Non è la pioggia a cadere, non è la pioggia a scorrere, non ha pioggia in gola.
    Non è la luce di un tuono, non è un tuono a perforargli i timpani, non è un tuono a illuminare il buio.
    Sangue e Luce. Sono l'unica cosa che ricorda, ora, immerso in una buca, sommerso dalla pioggia e circondato dal buio. Sangue sul corpo, sangue che gli entra in gola, sangue negli occhi, luce in cielo, luce in terra, luce ovunque, solo luce, sempre e solo luceluceluceluceluceluceluceluceluce
    IO BRUCIO
    non un urlo, solo un pensiero. Rovente, come ogni cosa in quel buco che chiama Mente. Tutto brucia. Brucia la sua carne, bruciano i suoi occhi, brucia la sua lingua urlante, brucia quell'urlo, bruciano i suoi pensieri, brucia la sua paura, brucia il dolore, brucia la sua anima.
    BRUCIOBRUCIOBRUCIOBRUCIOBRUCIO
    non è una nenia, non è una richiesta di aiuto, è solo dolore. Primordiale, bestiale, devastante. Un dolore che non può sopportare. Sente tutto, ogni cosa, sente la carne che si ustiona e che si apre, eruttando sangue che si cauterizza all'istante, solo per poi evaporare; sente gli occhi che si sciolgono, li vede sciogliersi, prima di smettere di vedere; sente le orecchie che sfrigolano, sente la sua carne che sfrigola, sente il mondo attorno a lui che va a fuoco, sente il fuoco andare a fuoco. Non sente più. Gli occhi sono poltiglia informe, i timpani cenere, la carne sangue e croste. Si contorce, si ritrae, rivuole il buio, rivuole la frescura, rivuole il suo sangue, rivuole la sua pioggia, rivuole la sua vita.
    MAMMA
    rivuole sua madre. Dove sei mamma? Dovedovedovedovedovedovedove? Io brucio, perché non sei qui a salvarmi? perché non mi difendi, perchèperchèperchèperchèperchè. PERCHE BRUCIO?
    PAPA
    dove, papà? Dove sei? Tu sei forte, tu sei invincibile, tu sei un eroe, tu sei il più forte il più invincibile il più più più... salvami.
    Ti prego. Vi prego. Non so perché, ma brucio.
    Non voglio bruciare.
    Il corpo è cenere
    Non voglio morire.
    La mente resiste, si aggrappa alla realtà, lotta, combatte il fuoco, gli da in pasto quello che non ritiene indispensabile. Lo nutre, per saziarlo. Per salvarsi
    Mam
    Bruciano i ricordi
    chi stavo...?
    Bruciano i sogni
    perch
    Bruciano i pensieri
    ...
    Non brucia il dolore.
    AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
    Il mondo onirico si sfalda, la realtà si crepa, chi lo abita lo sente. Lo percepisce. Qualcosa sta morendo, sta scomparendo. E lo sta facendo urlando tutto il dolore che la sua mente può concepire.
    Brucia ogni cosa

    Apri gli occhi Tom

    E Thomas li aprì.
    Era svenuto. Di nuovo. Di nuovo quell'unico ricordo sangueelucedoloreelucesoloesoltantoluce lo aveva fatto crollare. Tenta di alzarsi, come ha provato a fare innumerevoli volte da quando è li. I muscoli tirano, si contraggono, le braccia spingono, le gambe si piegano, le vene si gonfiano. Crolla a terra.
    Non ci riesce, come non c'è mai riuscito. E' solo un buco nero, pieno d'acqua, e lui è steso di schiena a fissare il nulla sopra di lui; non sa cosa sia quel posto, come non sa cosa sia a tenerlo bloccato li, a terra.
    Non sa chi è. E non sa cos'è.
    Sa che vuole andarsene.

    Apri gli occhi Tom

    Tom? Chi è Tom? Chi è che parla? Chi c'è qui?
    Non sapeva da quanto stava li come non sapeva cos'era li, ma una cosa la ricordava: non aveva mai sentito nessuno parlare.
    Ci riprova. Più convinto, più deciso, più forte. Tiratiratiratiratira, stringe i denti, chiude gli occhi, termina ogni pensiero, termina tutto.

    Apri gli occhi Tom

    E' lui Tom? Non lo sa
    E' lui ad essere chiamato? Non lo sa
    Chi è che parla? Non lo sa
    Perché insiste a dire di aprire gli occhi? Non lo sa.
    Sa che non vuole stare li. Sa che esiste dell'altro, sa che è esistito dell'altro, sa che l'unica cosa a tenero inchiodato al suolo è quella roba in cui è immerso. Ma lui non vuole stare li, e tira; il mondo converge, si rimpicciolisce, si contrae, ogni cosa che possa esistere o che mai esisterà si contrae nel liquido che lo avvolge. Deve attraversarlo, affondarvi le mani, farsi strada SPINGERE. FUGGIRE. SCAPPARE.

    Apri

    Affonda le mani. Sente le unghie spezzarsi, sente il sangue scorrere sulle braccia fino al petto

    gli

    Spinge. Allarga. Squarciamorbedilaniaaffondadistrugge. Vuole uscire, non vuole più stare li, ha smesso di stare li buono, no, basta. Basta per questa vita. Basta per cento vite.
    Il braccio destro affonda nello schifo. E si apre una via
    Basta per mille vite.
    Il sinistro lo segue ed allarga la strada, le dita afferrano qualcosa, fanno presa, il busto si solleva e segue le braccia.
    Basta il buio. Basta il buco.
    Infila la testa, morde, si fa strada anche con i denti, si aggrappa a qualunque cosa anche con i denti.
    Basta sangue e pioggia.
    Piega le gambe, si arrampica, strappando e mordendo, colpendo e scalciando, si arrampica.
    Basta sogni e incubi.

    occhi

    Basta luce. Basta bruciare. Basta urlare. Basta soffrire. Basta morire.
    Basta essere solo. Basta non sapere chi si è. Basta non sapere niente. Basta buio. Basta acqua. Basta basta basta
    basta basta basta basta basta basta basta

    BASTA

    Le mani affondano nel nero e , in fondo, sulla pelle, sente qualcosa che non è liquido, che non è bagnato e scuro, che non è prigione. Libertà!

    THOMAS

    La realtà brucia di nuovo, ma questa volta non è lui a sciogliersi. In un lampo bianco, il nero scompare, il buio scompare, tutto scompare.
    Scompare anche la luce. E' solo, sospeso nel vuoto. E precipita
    verso l'alto.

    ___



    Apri gli occhi Tom

    E Thomas li aprì.
    Lampi dorati davanti agli occhi. Le orecchie fischiano. Fa male tutto. E' ancora steso, questa volta di pancia, e attorno a se vede solo lampi rossi e arancioni. Richiude gli occhi e li riapre. Le immagini iniziano a stabilizzarsi, le orecchie iniziano a funzionare, il sopra e il sotto ritrovano posto e la sua mente ritrova il suo spazio nel corpo.
    dove chi? sono?
    Era uscito, era scappato, ma niente era familiare. La delusione lo assale, feroce e brutale. Aveva passato ogni singolo istante della sua esistenza in una gabbia nera, fatta d'acqua, non ricordando nient'altro se non che esisteva altro. Ricordava che era esistito altro, ma non ricordava quell'altro. Ed era cresciuto, era vissuto, convincendosi che, se fosse riuscito ad uscire da li, ovunque fosse li, quell'altro sarebbe tornato, lui avrebbe ricordato, avrebbe riottenuto quello che aveva perso, qualunque cosa fosse. Sarebbe stato di nuovo qualcuno. Non più soltanto Io. Fino a che gli sarebbe durata la consapevolezza di se. Ma ora era fuori, e nulla era cambiato. Posto differente, stessa prigione. Solo più grande.
    Fa forza sulle braccia e riesce a mettersi in ginocchio. Si guarda attorno, respirando come non faceva da mai. Terra sotto i piedi, nera e bruciata, sembrava quasi incandescente a guardarla, ma non sentiva dolore alle gambe. Che fossero già ustionate? O forse non aveva più gambe? Smette di guardare il rossoarancione che lo circonda e abbassa lo sguardo; propagini nere, tentacoli d'ossa, avvolti in una gabbia di carne sporgevano dal suo tronco. Le sue gambe, c'erano ancora, e sembravano stare bene. Si guarda, prima la pancia piatta, scavata, poi il petto, dove qualcosa sembrava affiorare ai lati. costole, disse il suo cervello, ma non fece in tempo a formulare il pensiero che già sapeva di non avere idea di cosa fossero delle costole.
    Così come non sapeva perché si stupì nel vedersi nudo. Nudo, una parola che non concepiva, perché voleva dire... cosa diamine voleva dire?
    Chiude gli occhi e si stringe le tempie tra le dita.
    Vuol dire non avere nulla addosso.
    Si, è questo. Sorride, riaprendo gli occhi, come se avesse ricordato la soluzione del quesito più importante che esistesse. Non aveva nulla addosso, e questo faceva riaffiorare un'altra domanda? Cosa avrebbe dovuto avere addosso? C'era qualcosa che si ha sul corpo, per non essere nudi?
    Fitta alla testa, dietro agli occhi.
    Urla senza volerlo. Non era forte, ma non se l'era aspettata, preso com'era ad esplorare i suoi stessi pensieri, cercando di capire cosa pensava e cosa riusciva a comprendere. Quando finì, decise di lasciar perdere. Smettere di pensare per ora. L'unica cosa che voleva era uscire da quella nuova prigione in cui si era infilato. Uscire di li, certo, ma cosa diamine era li?
    Lunghe figure marroni si stendevano verso il cielo rossoarancio, nere figure che terminavano in contorte corone di arti scheletrici, neri anch'essi alberi, si chiamavano alberi, lo ricordava. E capiva che erano morti, che le loro chiome? non c'erano più, restava solo quello scheletro neromarrone, che lo circondava. Una foresta, era in una foresta nera, sotto un cielo rosso. Era in ginocchio sopra la terra smossa? perché è smossa? come se qualcuno ne fosse appena uscito e, poggiando le mani a terra, provò questa volta a mettersi in piedi io? io ero sotto dell'acqua... era acqua nera, non era terra. cos'è questo? riprovò una, due, tre volte. Solo alla quarta le sue gambe ressero e si ritrovò in piedi, solo in mezzo agli scheletri neri che tanto gli facevano paura.
    Che fare ora? Dove andare? E come si fa ad andare da qualche parte? Sollevò una gamba, incerto, provando a spostare il piede leggermente in avanti rispetto a dove si trovava. Lo posò di nuovo a terra, e fece lo stesso con l'altra gamba. Non ci riuscì. Perse l'equilibrio mentre lo faceva e cadde di faccia, affondando il viso nella terra.
    nnghhg
    non arrenderti
    di nuovo. parlava di nuovo
    riprova
    Non voci, ma pensieri nella testa. Pensieri suoi, eppure così estranei, diversi. Come infilati a forza attraverso un buco nel cranio. Ma gli diede retta, rifece forza sulle braccia e si rimise in piedi. Quando provò a camminare, non cadde. Lentamente, barcollando e incedendo, quasi cadendo ad ogni passo, iniziò a muoversi, a seguire l'unica strada che vedeva davanti a se. Una lunga, stressa infinita linea, dove i teschi degli alberi non potevano raggiungerlo.
    Cammina cammina cammina cammina cammina
    ci sei quasi
    dove? ci sono quasi dove? come? dove sto andando? chi sei?
    siiiiNO
    Non è l'urlo a farlo saltare. Non è il nuovo pensiero che si fa strada in lui, feroce e brutale, eppure familiare. Non è la sensazione di avere in testa due Bestie intente a sbranarsi. No. E' il calore che sente sulla pelle.
    Non fa in tempo a richiudere gli occhi.
    E non lo fa. Tanto lo vedrebbe comunque.
    Il mondo attorno a lui sta diventando luce.

    no
    le mani si stringono ad artiglio. la vista si fa rossa. i muscoli si tendono. la pelle si tira
    tu non mi farai bruciare di nuovo

    Mente in ogni sua parola
    Questa è la verità



    Urla e si dimena. Scalcia e colpisce. Morde, graffia, ruggisce.
    Dapprima lentamente, percependo con sorpresa le reazioni del suo stesso corpo, incapace di comprendere i propri movimenti, incapace di capire. Sà solo di colpire, di calciare, di ferire, di graffiare e di mordere, la Luce fatta a brandelli dalle sue mani e dai suoi denti. La Luce lo circonda, la Luce lotta
    lui sente il dolore del suo tocco
    La Luce non ha occhi
    stringe tra le mani quelle bestie deformi, stringe quell'intrico di chele e arti, abomini composti da fotoni
    La Luce non sente niente, non percepisce niente
    non si chiede come fa a toccare la luce, non si chiede perché la sua carne diventi così Nera nel farlo, non sa perché l'aria esplode ogni volta che le sue dita i suoi artigli si infrangono contro le creature. Non sa cosa voglia dire chiedersi, non sa cosa sta facendo, sa solo che non vuole bruciare
    La Luce non ha anima né mente
    la sua pelle sembra resistere, si brucia, si apre, si taglia, eppure sotto sembra sempre esserci altra carne, sempre di più, senza fine, come se il suo corpo fosse infinito, come se non riuscisse mai a bruciaretagliareaprire abbastanza. Le braccia sono trattenute da arti lucenti, le gambe schiacciate al suolo, la bestia davanti a lui lo carica, ma lui è più rapido, le tenta di morderlo, lui la morde, e le strappa la gola a morsi. Si brucia la lingua, si ustiona il palato, sputa sangue, ma la divora con gusto
    La Luce non vuole nutrirsi né salvarsi
    di nuovo attaccano, di nuovo si dimena, di nuovo la sua pelle è Nera, di nuovo le sue dita sono artigli, di nuovo la sua carne pietra irta di rovi, di nuovo l'aria è scossa da tuoni, di nuovo gli scheletri neri crollano attorno a loro, di nuovo la terra trema, di nuovo la luce si dissolve
    La Luce vuole solo distruggere.
    e quando infine lo sovrasta e lo schiaccia al suolo, raggomitolato su se stesso, orrido feto abnorme, non sà cos'è a salvarlo. sà che succede

    la pelle si tira, la carne si apre, scorre sangue, stringe i denti, stringe le dita, affonda il viso nel terreno, piange, sbava, si piscia addosso, urla urla urla come non mai mentre il suo corpo ESPLODE

    Dentiartiglizannechelezampeartitentacolispinetestefauci
    chepicchianopicchianopicchianopicchianopicchianopicchianopicchianopicchianoDILANIANO!

    la luce esplode la luce è falciata la luce è divorata dal NERO ruggente che il suo corpo è la luce ora ha voce ed urla
    la luce ora sente e prova dolore la luce ora vuole vivere ma non può la luce è viva nell'istante della sua morte

    E L'Istante Dopo Cala La Notte.



    bravo piccolo

    è solo nel caos. E' ferito, sanguina, piange, trema, non capisce né prova a farlo. Ma è vivo. E al posto della Luce, ora lo circonda il buio.
    E le ombre, abomini neri mutaforma, creazioni di un Dio Incosciente, bestie la cui anima è nient'altro che un soffio di vento, lo circondano, lo annusano, lo toccano, lo leccano. Non sa quale compie per prima il gesto, ma senza emettere un suono gli si poggia sulla carne e si dissolve, mentre spire senza colore ricoprono gli squarci nella carne. E l'istante dopo, in un maelstrom nero, non c'è più sangue, non c'è più carne dilaniata, non ci sono più ombre
    C'è solo Dio, intatto e incosciente, che la Luce, furente, può solo osservare, mentre brucia nella sua stessa ira

    ___



    Tu vuoi vivere

    Né corpo né labbra. Solo voce nel vento. E nella cenere.
    Non è più a terra, non è più ferito, non è più nudo. Non è più nell'arena degli Incubi.
    Tessuto sulla pelle, morbido, lo avvolge e lo riscalda. Vestiti. Laceri e bruciati, ma sa cosa sono. Sa molte cose ora.
    Sa il suo nome
    i capelli biondi che le accarezzano il viso, le sue mani che lo stringono forte. Le sue labbra ripetono il nome, all'infinito
    Sa il nome di tutti loro
    i capelli biondi troppo corti, la sua manina che stringe con forza, protettivo, possessivo. Le labbra si muovono a mimare le sue, all'infinito
    Sa chi sono loro e chi è lui
    capelli scuri troppo lunghi, artigli neri che colano sangue, anche lui forte, protettivo, possessivo. Le sue labbra si piegano in una smorfia, perché si sente un idiota ad esse protettivo e possessivo
    E sa di essere morto in un oceano di luce bianca.

    Sono all'inferno?

    Passi lenti ma pesanti. Il suono che colpisce i muri e si perde nel vuoto.
    Un corridoio immenso davanti a se, dietro di se, affianco a se. E mura. E strapiombi. Ed erba. E alberi. E acqua. E fuoco.

    Vorresti?

    E' solo caos. Sotto i piedi terra e cemento, erba e sabbia, acqua e fuoco. Attorno a se mura, oltre le mura altre mura e vuoto, nel vuoto altre stanze e altre mura, oltre le quali altri corridoi e alberi nel vuoto, acqua, terra e altro fuoco. Caos indistinto, un dipinto iniziato da artisti diversi e concluso nel sangue. Perché il sangue è ovunque.
    Nel terreno che pesta. nell'acqua che scorre, nell'aria che lo circonda. Il cielo è rosso e le ombre di altre stanze, altre pietre, altri alberi coprono la luce del sole

    Qual'è l'alternativa?

    la Luce lo insegue. Mentre corre nel corridoio, mentre giunge sull'apice del vuoto e salta, metri e metri, atterrando nella zolla di terra davanti a se, sospesa nel nulla. La Luce lo insegue per morire.
    Ucciderla lo rende più lucido. L'ha capito dopo la prima volta. Non la teme, non la fugge, la attira, è esca della sua stessa caccia e mentre alti bianche e denti ricurvi si lanciano dietro di lui, si volta. E uccide.
    La sua mano è ferro nero, la sua stretta è tempesta, deve solo agitare il braccio, senza neanche pensarci, la lama fa il resto, l'aria fa il resto
    i denti che vivono nel suo corpo fanno il resto
    brucia, ma le ustioni svaniscono, è colpito, ma la lama bianca scivola sulla pelle, è avvolto nel bianco e tentacoli lo stritolano, chele gli strappano gli arti e denti lo mordono, ma sono cuccioli dinanzi alla Bestia. Strattona la Luce, la tira via, la ferisce, la dissolve con le dita, la uccide con i denti. Ruota su di se in un tornado bianco e nero, mentre gli Incubi lo affiancano. Ha imparato a conoscerli, uccidendo la luce. Ha imparato a fidarsi di loro. Gli obbediscono, talvolta, ma spesso si limitano a dilaniare senza controllo, facendo a pezzi con arti che non è in grado di vedere e bocche con troppi denti. Di nuovo è solo il buio a restare in piedi nel sangue

    Potresti semplicemente alzare gli occhi

    lo fa. E le ombre lo fanno con lui

    E nascere

    Non siamo padroni della nostra vita.
    Ci illudiamo di esserlo della nostra morte



    ___



    Perché usare lui?
    è ancora buio, è ancora vuoto, è ancora morto. Ma sente. Sente la voce e i suoi muscoli si contraggono di nuovo, mentre la pelle si tira e il sangue va al cervello. Sente e riconosce.
    Lo ucciderò come gli altri
    NO. NONONONONONONONONONONO
    Apre gli occhi di scatto. Ed ecco di nuovo la Luce. Luce bionda, luce calma, luce vestita d'altra luce e che imbraccia due chiavi. Teresa? E' morta anche lei? No, impossibile, lei è morte, non può morire. Allora è lui, lui ad essere
    Sono vivo?
    è di fronte a sua sorella e veste stracci e polvere. Non ha distolto lo sguardo da lei, non ha privato i suoi sensi neanche per un'istante della sua presenza. Teresateresateresateresa. Ma non è a lei che ha parlato. Ha parlato alla voce.
    Alla Madre che l'ha fatto rinascere, alla guida che l'ha fatto alzare, a Dio che lo ha fatto reincarnare. E sa che Dio è ora alle sue spalle, debole, indifeso, scoperto dinanzi a Morte. La Luce divora anche gli Dei, a quanto pare.
    E Dio risponde
    Si figlio
    e la sua voce è dolce, è musica nel vuoto del suo cervello, è l'acqua che rinfresca le sue labbra secche, è l'abbraccio che non riceve da troppo tempo
    Vedi? Morte vuole strapparti di nuovo ciò che ti appartiene
    non è ancora completamente lucido. Lo sente, lo avverte. Si sente addormentato, sonnambulo, non appena sveglio, ma ancora sprofondato nel sogno, con solo poche basilari informazioni ancora lucide: lei è Dio. Lei lo ha salvato. Deve obbedirle.
    Fallo, Vita. Te lo chiedo come tua madre non richiesta. Ordine. A cui non deve sottrarsi, a cui non può sottrarsi, lo sente nella pelle Estirpa Morte dal mondo
    Non risponde, non serve. Contrae le mani ad artiglio, le riapre, torna a contrarle. Nel sogno sente comunque il suo corpo, sente la sua forza, sente ciò che gli serve sentire.
    Sei sotto controllo
    Le sue percezioni esplodono. La vista brucia, le orecchie bruciano, i sapori bruciano, la carne brucia. Di nuovo. Viene sparato all'indietro, attraversando Dio e schiantandosi contro una delle case che lo circondano. La sabbia bianca sotto i suoi piedi diventa vetro, la pelle del suo stomaco diventa cenere, il mondo esplode in un vortice di dolore. Il raggio di luce bianca con cui lei lo ha colpito, senza attendere, ancor prima di parlare, si dissolve in altra cenere bianca
    Non posso liberarti. Non so farlo
    e le crede. Oppure no. In fondo che importa? E' riverso al suolo, di schiena su un cumulo di mattoni, mentre cerca di strapparsi di dosso quello che resta dei suoi vestiti, in fiamme per il laser. Merda se faceva male. Faceva un male fottuto, ma non importa, la vista stava tornando, rossa, anche i suoni e la consapevolezza.
    Non voleva bruciare di nuovo.
    Fa forza sul fianco, ruota su se stesso, poggia il braccio a terra. Coraggio, ce la fai. Forza sul braccio, forza nella gamba, stringe i denti. Non pensare al fuoco. Non hai paura del fuoco. E' in piedi, barcollante e terrorizzato, ma vivo e incazzato.
    Posso solo uccTACI PUTTANA!
    ha piegato le gambe, si è sparato verso di lei, il vetro sotto i suoi piedi frantumato dallo scoppio che lo segue. Lei si dissolve, lui la segue, trasforma le braccia, muta le gambe, si scompone, si dissolve, si moltiplica, ringhia, urla sbava. Lei è luce dorata nell'aria e lui frusta l'aria con tutto ciò che ha, sapendo fin da ora di essere troppo lento per lei. Ma che diamine gliene fotte
    TROIA TRADITRICE
    il braccio di lei lo sfiora, troppo veloce per afferrarlo, e la sua carne viene strappata via. Per essere sostituita dal nero. E' troppo veloce per prenderla così. Da solo.
    STAVOLTA
    non è del tutto sua la rabbia. La sente. Sente lo sguardo di Dio su di se. Sa che è lui a nutrire il rosso nei suoi occhi, a muovere i suoi muscoli atrofizzati, a infiammare il suo spirito morto. Ma che diamine gliene fotte
    Si ferma, nel cono di luce, si ripiega su se stesso, la sua carne trema, la sua pelle si apre, il sangue esce a fiotti da ogni singola spaccatura
    SONO IO A SBRANARTI
    tornano le Ombre. Ed esplodono. Centinaia di migliaia, aprono la sua carne, divorano la sua pelle, si fanno spazio tra le sue ossa ed invadono il mondo. Inseguono la Luce, la braccano, la imprigionano, la divorano. E la Luce li divora, senza pietà, senza pensiero, senza occhi. E' un maelstrom bianco e nero, un uragano di cenere e vetro, che si consuma e si alimenta sotto gli occhi di Dio, che sorride della propria astuzia, degna del Diavolo.
    Lui intanto è al centro del delirio. E stringe lei tra le braccia. L'ha afferrata, ha lasciato che le ombre gliela spingessero addosso, e ora lei può colpire, può bruciare e può tentare di scomporsi, ma le sue mani nere la stringono con troppa forza. Mentre Morte e Vita lottano attorno a loro, la sbatte a terra e le artiglia la gola
    PERCHE' L'HAI FATTO TROIA?
    primo pugno. Primo sangue. Non aveva mai visto prima d'ora il sangue di lei, non l'aveva mai sentito sulle proprie mani, mentre le affonda le dita con forza nella carne. Le piace
    Colpisce ancora. E ancora. E ancora, grondando sudore e sangue, sputando urla e saliva, ferendo e venendo ferito dal Maelstrom che li avvolge, dove Incubi neri inseguono e divorano Angeli di luce, venendo però da loro bruciati
    ANZI, NON DIRLO!
    la solleva e la sbatte di nuovo a terra. Lei sembra stranamente immobile. Ha chiuso gli occhi e si lascia colpire. E' strano. Non è da lei. E il suo corpo è troppo fragile per reggere a lungo colpi del genere. Ma a lui non importa. Lui non ci pensa. Ora è lui ad essere
    senzaocchi senz'anima senzapietà senzanulla
    ora è lui a voler Divorare
    NON ME NE FOTTE UN CAZZO
    e la solleva infine, per l'ultima volta
    MUORI E BASTA!
    prima di dissolversi in un mondo di luce. L'esplosione non emette suono. Si limita a distruggere ogni cosa e ogni traccia di Vita.
    Lui ne è investito, impotente e incapace di urlare, mentre vede la sua carne dissolversi in luce

    Sei troppo rumoroso
    Morte cola sangue dal viso e ha i vestiti laceri. Ma è in piedi al centro di una Stella. Ogni cosa attorno a lei è divenuta luce, ha solo dovuto concentrarsi per un po, lasciarsi colpire per un po, mantenersi viva per un po. Ma ora c'è solo lei, lì dove sorgeva Entropia, lei e Dio. Anzi, la Dea
    Era questo il tuo campione, Regina di Anime?
    lui questo non lo sente. Non lo vede. Non lo percepisce. Le parole sono solo tra Morte e Dio

    Ben misero sfidante per te, lo riconosco
    Dio non è più fumo. Ora è una donna. Nel corpo di un altra donna. Dinanzi a Morte nel corpo di una ragazza
    Vorrà dire che ti ucciderò io
    Dio e Morte fanno tremare il Creato.

    Ma delle due falcichiavi di Morte, una è appena scomparsa.

    Rinascita ha visto tutto. Ed è pronta a terminare l'opera.

    ____



    Lei mente in ogni sua parola
    Vuoto. per l'ennesima, fottutissima volta. Solo lui e la Voce. Quella che apparteneva a Luce
    Avresti dovuto ascoltarmi
    Solo che non è voce. E neanche pensieri. Non sono parole, solo suoni, musica, sentimenti. Eppure alle sue orecchie risuonano come parole. Dure, ma dolci, come quelle di un padre adirato, che rimprovera il figlio prima di abbracciarlo
    Ma tranquillo, Custode
    Nelle sue mani, distese mentre il suo corpo galleggia nel Nero, appare qualcosa di bianco e pulsante. Qualcosa che urla e canta, qualcosa che Vive, qualcosa che brucia al tocco, ma che lo fa sentire vivo
    E' andato tutto come avevo previsto
    Vita e Rinascita si sono incontrati di nuovo, al confine con la Morte. E ora brillano come Luce. Luce arancione e carica di Vita.

    ___



    Ciao Troia
    E la chiave Bianca trafigge la Troia. Alla schiena, sfondandole la spina dorsale e il costato.
    Nello stesso istante in cui la chiave Nera, brandita dall'altra Troia le trafigge il petto, sfondando costato e spina dorsale.
    Sono di nuovo uno dinanzi all'altro, stavolta con le proprie armi in mani, ognuna a sfiorare il petto dell'altro. E la Troia che si credeva Dio era nel mezzo, schiacciata da Vita e Morte
    Devo ancora capire bene cosa cazzo sia successo
    Troppe cose non sapeva. Non sapeva chi fosse la Troia-Dio, non sapeva perché la Troia-Luce la combatteva, ma sapeva quanto bastava.
    Sapeva che la Troia-Dio lo aveva strappato dall'inferno, che gli aveva aperto la strada per strisciare fino al mondo. Che gli aveva costruito un corpo e ridato la vita. Incatenandolo però a se, come un burattino al suo maestro.
    Sapeva che Rinascita aveva cercato di salvarlo, che si era opposto a quella sua falsa e fallace resurrezione, che la sua Luce di Vita aveva solo cercato di proteggerlo. Ma non aveva capito. E lei aveva mentito in ogni sua frase.
    Sapeva che Rinascita non si era opposto al suo scontro con la Troia-Luce, sapeva che, nella mischia, Rinascita lo aveva colpito. Ancora e ancora. Sapeva che Rinascita aveva aiutato la Troia-Luce a ucciderlo di nuovo.
    Sapeva che lo aveva fatto per farlo resuscitare di nuovo, questa volta libero e vivo.
    Ma sapeva anche che la Troia-Dio non meritava il suo tempo
    Ma questo te lo dovevo
    Estrae la Chiave, dipingendo il vuoto, il deserto dove ora lottavano di rosso. Fa un passo indietro e guarda attraverso lei, di nuovo negli occhi della Troia-Luce, pur rivolgendosi all'altra
    Ora la vostra scaramuccia tra Zoccole non mi riguarda più
    Volge le spalle alla Luce e a Dio. Volge le spalle alla Culla dove si è fatto largo dall'inferno, volge le spalle alla ombra dai 6 occhi che lo fissa dal cielo, avvolta in un delirio di artigli e corvi. Volge le spalle a tutto tranne che a Vita e Rinascita.
    Plicplicplicplicplicplicplic
    Pioggia sul viso, pioggia tra i capelli, pioggia che scorre sulla pelle.
    Non volge le spalle al mondo. E gli si getta in pasto.

    Tornerò presto per te, Sorella.
    lo urla al vento, mentre il buio già lo avvolge.


    Allora. non è un granché e lo so, ma mi sono parecchio divertito a scriverlo, quindi pazienza.
    Non so se sia valutabile come quest autogestita o qualunque altra cosa, ma non importa. se vorrete darmi voti bene, se non vorrete bene comunque.
    Breve riassunto per chi non conosce la storia: Thomas viene ucciso da giovane da sua sorella Teresa, che lo brucia e lo divora. In seguito, nel corso di uno scontro tra Terry e Alaista, posseduta da una Divinità capace di controllare le anime, quest'ultima resuscita Thomas, per farlo lottare contro la sorella. Ma Thomas viene nuovamente ucciso, anche perché il suo stesso keyblade, Rebirth, preso da Teresa, la aiuta ad ucciderlo, in modo da farlo poi resuscitare lui, libero dal controllo che la dea aveva sul suo corpo. Questa è una breve storia di quell'episodio, dal punto di vista di Tom, cercando di mostrare la cosa nella maniera più allucinata possibile, svolgendosi a metà tra l'inferno e un incubo. Per questo è spesso completamente allucinata la situazione e priva di troppi dettagli. Spero piaccia e diverta leggerlo come a me ha divertito scriverlo. Per critiche e consigli sono sempre disponibile quindi bastonatemi pure


    Edited by Beast ~ - 3/5/2013, 15:03
     
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    Le forze del bene hanno cannato e andare tutti a farvi fottere.

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    caro, non è il voto in se a interessarmi, ma appunto il giudizio xD quindi manda a fanculo i voti e dammi un bel giudizio completo su come migliorare
     
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    Beh, mi sembra piùttosto scorrevole, veloce. Periodi brevi, ti restano in testa e non annoiano. E' scritto in maniera abbastanza confusa, ma questa te la passo perchè si tratta di un sogno (molto meno invece quando lo fai da altre parti, tipo da Claire o Crawling Crow), le - poche - scene descritte in maniera abbastanza chiara sono piùttosto fighe. Artemisia penso sia ruolata abbastanza bene, su Rebirth non mi esprimo dato che è il tuo keyblade e te lo giochi come vuoi. Teresa forse è apparsa anche troppo fredda e chiaccherona, ma ci può stare. Nel complesso bello, potente. Leggere Exuviae ti ha fatto bene. L' Eretico un po' meno.
     
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    questo è un giudizio che mi piace u.u sapere dove sbaglio precisamente è maledettamente d'aiuto. e penso anche io che ho il difetto di tendere ad essere troppo astratto e confusionario, ma devo ancora lavorare ad una descrizione di eventi che non mi risulti troppo lista della spesa, non riesco proprio a farmele piacere, dovrò faticare ancora un po
     
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    Eh, pensa a me che ho un pg dotato di sensi accuratissimi >> ogni volta ci butto il sangue nelle descrizioni.
     
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