Quella Strega di nome Phoenix

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    Riuscivo finalmente a vederla, la sagoma nera di Mallet Island stagliarsi sulla linea netta dell'orizzonte.
    Era passato un po' dall'ultima volta che ci eravamo salutate e quella volta io le davo le spalle. Mi sembrava così buffo che la mia vita stesse per ricominciare esattamente la, dove pensavo fosse finita per sempre. Era il cerchio che si chiudeva, finalmente.
    Mi lasciai sfuggire un piccolo sorriso mentre percorrevo l'ultimo tratto di strada che mi separava dal lungo ponte che collegava l'isola all'entroterra. Forse non ero mai stata così sollevata di vedere l'isola. Già il viaggio per raggiungerla era stato un calvario di per sè ma soprattutto ... mi sembrava quasi che, una volta varcata la soglia di Mallet Town, mi sarei potuta chiudere alle spalle una porta rimasta aperta troppo a lungo fammela assaggiare e capire una volta per tutte se le voci che sentivo nella testa fossero reali o solo il frutto di una prolungata solitudine.
    Evitai il ponte, scendendo lungo il pendio roccioso, strappandomi i jeans all'altezza della coscia contro una roccia meglio per te se sei reale così potrai comprarmene un paio nuovi e finalmente accontentai la voce che da giorni non faceva che chiedermi un po' di acqua di mare.
    Mi tolsi i jeans e il bustino in ecopelle ripiegandoli nel borsone che mi ero portata dietro, ci strinsi dentro anche gli anfibi e ... mi tuffai in acqua com'è buona ignorai completamente la mutazione in corso nel mio corpo, era diventata una cosa di poco conto ormai, una routine ormai perfettamente assimilata e accettata dalla mia mente ed estremamente utile nel percorrere lunghe distanze in mare aperto. Specialmente se consideriamo che prima ... non sapevo nemmeno nuotare.
    Raggiunta la riva dell'isola la sirena sembrava essersi rilassata e infine assopita lasciandomi nuovamente alla mia apparente solitudine. Appena riemersa dall'acqua mi rivestii, l'acqua sul mio corpo era stata assorbita e mano a mano che quella sulla pelle finiva la sirana si nutriva della poca che gocciolava dalle mie culotte asciugando completamente anche quelle.
    Ogni passo che facevo verso la città mi sembrava di lasciarmi qualcosa alle spalle. Erano come tanti piccoli flashback, la stessa cosa che accade quando stai per morire e la tua intera vita ti passa davanti come un film. Vi assicuro che è vero, l'ho provato sulla mia stessa pelle ma non mi va di raccontarvi come e perchè.
    Raggiunte le porte della città mi fermai un attimo a riflettere sul perchè di tutto quanto. Stavo davvero per tornare in quel posto? Era davvero quello ciò che desideravo? Tornare la dove ogni cosa era cominciata e da dove ero fuggita pensando che fosse il modo giusto per risolvere i miei problemi. Avevo perso tutto e tutti andandomene e sinceramente pensare a chi avrei rivisto e chi no mi metteva un po' d'ansia ma ormai avevo deciso. Lo facevo per e per mio figlio ... la seconda voce che perseguitava da un po' la mia mente aveva ragione. Ormai avevo fatto troppe promesse e non potevo pià tirarmi indietro.
    Era notte fonda e la città dormiva ... all'apparenza. Mi era sempre piaciuta la sua atmosfera, quel misto di adrenalina e paura che ti stimolano le uscite notturne a Mallet Town e notai con piacere che almeno quello non era cambiato.
    Nightclub affollati, piccoli scambi di sostanze stupefacenti nei vicoli ... sostanze ottenute dal sangue di chissà quale strana creatura me in quel posto era una figata anche osservare i piccoli spacciatori, giusto per scoprire cosa si erano inventate quella volta le loro menti perverse cosa ci fa un'indifesa donzella come te tutta sola qui fuori? e insieme a demoni, spacciatori e semplici porci che sfogano i loro ormoni con le sposgliarelliste dovevo aspettarmelo. Anche gli stupratori uscivano di notte e cosa ti fa credere che io sia indifesa? avvicinai il mio viso a quello dell'uomo. Alto, magro, probabilmente aveva appena assunto qualche stupefacente acquistato all'angolo più vicino e il solo pensiero che, al posto mio, ci sarebbe potuta essere chissà quale ragazza davvero indifesa mi ribollì il sangue. Gli occhi di Siren, robabilmente, presero il posto dei miei colorando le mie iridi come quelle di un essere abissale decisamente inquietante. Come lo so? Il tipo non mi rispose neanche, si limitò a darsela a gambe più in fretta che poteva ... vigliacco. Mi aveva solo fatto perdere del tempo ma se non altro adesso ci avrebbe pensato un po' su prima di avvicinare una ragazza sconosciuta e all'apparenza indifesa.
    Attraversai tutta la città arrivando finalmente all'entrata dell'edificio che stavo cercando. La Devil May Cry School sembrava ancora la stessa di sempre. I rumori di uno scontro in palestra rieccheggiavano fuori dalle mura spaventando i corvi appollaiati sul ramo di un albero e luci dei dormitori ancora accese mi ricordavano le mie notti insonni passate tra l'affilare una spada e decidere del mio futuro. A pensarci bene non avevo solo brutti ricordi di quel posto, anzi. La maggior parte mi facevano sorridere, anche quelli peggiori come potrebbe sembrare quello di perdere un braccio e finire all'ospedale nella speranza che i guaritori riuscissero a risistemarmelo quanto meglio. Mi faceva sorridere ripensare a cosa avrei voluto fare quella volta e come invece era finita la serata.
    Attraversai il giardino principale fino all'entrata della scuola, strinsi tra le mani la maniglia del portone e, spingendolo, entrai. Varcai nuovamente quella soglia e quello in cui speravo si avverò. Li, all'istante. Tutto quanto mi scivolò via di dosso e non m'importava più di cosa fosse successo, di quello che ero in passato. Era un nuovo inizio e volevo godermelo speriamo che ci segua adesso ma evidentemente quelle voci erano più reali di quanto pensassi verrà, fidati.
    Mi avvicinai alla reception ripensando a come fu il mio arrivo qui la prima volta. Fu decisamente diverso quella volta. Non feci in tempo a mettere piede in città che dovetti già vedermela con un demone. Se non altro mi diede un assaggio di cosa ero in grado di fare. Rientare li in tutta tranquillità, appoggiando il borsone a terra come in una normalissima scuola, mi fece uno strano effetto.
    Presi un respiro profondo, assaporando l'odore di quel posto che sapeva tanto di famigliare, di arredamenti nuovi e al tempo stesso di antico. Appoggiai i gomiti sul piano della reception, scartandomi il leccalecca che avevo nella tasca dei jeans e giocerellando con i miei lunghi boccoli rossi mentre aspettavo che qualcuno venisse as accogliermi.
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    Edited by K~Bizzÿ% - 24/1/2013, 18:27
     
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  2. †__ Hunter__†
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    A costo di sembrare squallido.. Finalmente una bella donna!
    Niente arti di troppo,ali membranose o corna piazzate sul corpo come a suggerire copensazioni in virilità. Pura e semplice bellezza del nord! Capelli rossi e occhi smeraldo,pelle vagamente diafana e due gran belle labbra.
    Ad ogni passo,tenui riflessi arcobaleno ne costellano il corpo,neanche fosse sotto la luce di un riflettore.
    La rossa attraversa la sala con l'aria di chi.. No,aspetta! Nessuna insicurezza,niente occhi saettanti da una parte all'altra,neanche un'accenno di espressione interrogativa le dipinge il viso affusolato.
    Vince decisamente il primo premio come il novellino più sicuro di se.
    Ma la risposta è più ovvia. Si dirige con passo certo verso la reception,con troppa sicurezza per non essere stata quì in precedenza.

    Quanto a me.. Beh! Io stavo cercando di schiacciare un pisolino appoggiato al bancone,ma il dovere chiama!

    *Se sei quì per un posto da insegnante,Splendore,capiti al momento giusto!* Mi rivolgo alla ragazza mettendo mano sotto il bancone e tirandone poi fuori una bottiglia di Brandy e due bicchieri. Riempio entrambi con gesto sicuro,poi mi rivolgo alla rossa invitandola con un cenno del capo a sedersi e bere con me..

    Visto che non ti ha risposto nessuno,me ne occupo io! ^^
     
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    La prima volta che avevo messo piede a scuola mi aveva accompagnato dentro un altro studente ... incontrato per caso ... in città. Era da tanto che non ripensavo a lui.
    Quella volta invece potevo godermi una bella introduzione fatta a regola d'arte dal receptionist di turno ma appena lo vidi mi ricordai le cose che mi piacevano tanto di quel posto. Niente era "normale". Li la normalità era ciò che chiunque altro avrebbe definito strano, assurdo. Perciò era ovvio che non sarei mai stata accolta da una giovane stagista che, dolcemente, mi spiegava imbarazzata dove fosse la mia stanza. Alla DMC School era più normale trovarsi davanti un ragazzo dai lunghi capelli corvini tutto intento a dormicchiare sul bancone che, con la sua sfrontatezza tipica dei cacciatori di demoni, ti offre da bere veramente mi piacerebbe riavere la mia vecchia stanza nel dormitorio Sparda se non è un problema gli feci l'occhiolino succhiando vistosamente il mio lecca lecca al lampone prima di sgretolarmelo in bocca e finirlo.
    Accettai di buon grado il bicchiere che mi aveva appena offerto, giusto per rinfrescarmi le labbra dal gusto dolce e succoso della caramella. Mi sedetti sul bancone della reception accavallando le gambe, prendendo un secondo sorso di Brandy dal mio bicchiere sono una studentessa anche io, non mi avrai mica scambiato per una vecchia megera arrivata a bacchettarvi, vero? Anche se ... nel tempo libero potrebbe divertirmi bacchettare uno come te gli sorrisi maliziosa ridacchiando tra me e me. Ero sorpresa di quanto mi fosse mancato quel posto. Ero decisamente cambiata da quando me n'ero andata e forse allora non ero del dutto pronta ad affrontare tutto quello che la scuola aveva da offrirmi.
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  4. †__ Hunter__†
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    veramente mi piacerebbe riavere la mia vecchia stanza nel dormitorio Sparda se non è un problema..
    Ah,ecco! Una vecchia studente,ora si spiega quel bagliore demoniaco nei suoi occhi. C'è l'hanno tutti,dopo avere passato un pò di tempo quì!

    sono una studentessa anche io, non mi avrai mica scambiato per una vecchia megera arrivata a bacchettarvi, vero? Anche se ... nel tempo libero potrebbe divertirmi bacchettare uno come te

    Sorride. Con la tipica malizia di chi è ben consapevole dell'effetto che fà sugli uomini.Somiglia ad Eyleen in una maniera maledetta! Non solo nell'aspetto..

    *Certi divertimenti possono essere pericolosi,bimba..* rispondo accendendomi una sigaretta. Evito di aggiungere: "..in special modo se dovesse scoprirli una certa albina affamata di dolci!"
    Nel mentre,i miei occhi sono già divenuti due baratri,colmi di un'oscurità viva,da cui dipartono fumo nero e tendrilli di Tenebra. Contemporaneamente quattro creature alte poco più di un metro e vestite come una visione sinistra e distorta dei Village People prendono forma al mio fianco.

    *Cercate tra le vecchie carte la stanza della ragazza!* Mi rivolgo poi alle creature mentre i miei occhi riprendono il loro glaciale colore ed ispiro una lunga boccata di veleno.
    Infine,torno a rivolgermi alla rossa *Mi serve il tuo nome..*

    Edited by †__ Hunter__† - 3/2/2013, 00:56
     
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    Era meglio darsi una mossa, farsi dare la chiave della stanza e correre a chiudermici dentro prima che quel senso di bruciore soffocante che avevo dentro diventasse così insopportabile da accontentarmi del primo che mi era capitato a tiro. Non ero mai stata una ragazza facile e odiavo quelle così ma il demone che portavo dentro mi affamava di incontrollabili appetiti che crescevano di giorno in giorno. Più tempo passavo lontana da lui peggio era. Avevo già rischiato di finire a letto con il primo che passava giusto per far tacere il demone, giusto perchè la sua fame si placasse lasciandomi finalmente un po' in pace. Quella volta c'era quel Nephilim a fermarmi, a salvarmi da quei giorni trascorsi a "digiuno" saziando quei libidoni appetiti con il calore del suo corpo sul mio. Più passava il tempo e più avevo bisogno di lui e mi odiavo per questo. Mi ero giurata che non sarei mai stata succube di un uomo, che non sarei più stata la debole streghetta incapace di separarsi da un uomo. Detestavo averne così tanto bisogno ma quello, effettivamente, era del tutto diverso. Un bisogno puramente fisico e non dettata dalla debolezza del mio animo.
    Volevo restare da sola in quel momento, non mi andava di creare casini fin da subito ... e se quel ragazzo seduto vicino a me avesse una ragazza? Finirei per fare la parte della rovina famiglia se ci provassi, anche solo per strappargli un piccolo bacio che darebbe, però, un enorme sollievo al demone a me piace giocare con il fuoco mi feci più vicina a lui sussurrandoglielo quasi all'orecchio, schioccando le dita lasciando che attraverso di loro si propagasse una minuscola fiammella azzurra che mi spensi con un sensuale soffio.
    Osservai il ragazzo mentre evocava quattro strane creature alquanto bizzarre e decisamente buffe nel loro abbigliamento a tema, in ogni caso facevano la loro figura mi chiamo Phoenix ... O'Quinn e scendendo dal bancone presi un respiro profondo nel tentativo di calmarmi carini i tuoi amichetti magari cambiando discorso avrei ottenuto qualche minuto di calma.
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4 replies since 20/1/2013, 20:15   376 views
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