Stella, Number Six

I Nir non sono altro che un abominio creato da due sorelle, forse definirle sorelle non è nemmeno giusto, non si potrebbe nemmeno dire precisamente cosa sono, tuttavia vi basti sapere che è nata in un momento di noia di Vita e Morte, un gioco...ecco che era.I Nir, vengono creati nella dimensione della nascita, anche chiamata, di Cristallo, dove si crede che tutto ha avuto origine.In parte, i poteri che possiedono i Nir identificano la loro provenienza, il cristallo, freddo, immutabile...che lascia scorrere il tempo senza mai cambiare, la Morte.L'energia spirituale invece, la Vita.Normalmente, questi esseri tendono ad autodistruggersi entro un certo limite di tempo, la forma che le hanno donato le loro creatrici non riesce ad ospitare a lungo la loro anima e ciò che contengono, finendo così per portare l'essere al suicidio, pur di far smette i dolori atroci che lo pervadono.A parte la forma fisica che è sempre umana, non possiedono altro...la famiglia da cui nascono, i viaggi che fanno...tutti doni delle loro creatrici, che poi, lentamente, le abbandonano.Attualmente, i Nir che sono riusciti ad andare oltre il limite, senza morire, sono solamente sei...denominati anche, come i Sei Apostoli, numerati in base a chi è venuto prima.

Tra le sue sorelle, come si può intuire dal numero che porta è la più giovane in assoluto.Al contrario, non si sa se il numero che portano indichino anche il loro grado di potenza, al momento lei è l'unica ad essersi mostrata.Non è da escludere il fatto che possano già trovarsi sulla Terra, tuttavia alcune sorelle più anziane, possono aver trovato il modo di trovare riparo nel mondo d'origine.

Come poterlo definire un carattere simile?Beh, forse strano.Leggermente pessimista e con un idea tutta sua del mondo, tende a vedere le altre persone come esseri interessanti, tutto il pianeta se lo immagina come un teatro, e le persone come burattini.In parte un comportamento simile, è dettato dal fatto che l'anima derivante dalla zanpakuto non sappia nulla di questo posto, abituata a vivere in un contenitore, isolata da altri esseri senzienti e con la possibilità di parlare con altri suoi simili solamente in casi eccezionali.L'altra parte invece, deriva dal fatto che la vecchia Stella, si fosse chiusa in se stessa abbracciando la pazzia per difendersi dalle cattiverie della vita.Il risultato, è un essere incuriosito da ciò che esiste in questo pianeta, ma che allo stesso tempo, considera i suoi abitanti nient'altro che fallimenti, persone che non sono riuscite a vedere oltre e ad evolversi per raggiungere così il suo vecchio mondo.Considerate quindi come la causa principale della sua infelicità, tende ad aiutarli e proteggerli contro voglia, solamente perchè dettato dalle leggi della scuola.Con uno spiccato senso di libertà, ribelle e contro le regole che governano questo universo, forse in parte, una metà di lei, preferirebbe tornare a vivere dove si trovava prima. L'amicizia viene visto come una cosa stupida, infantile...ti puoi ritrovare quello che hai chiamato amico il giorno prima, la mattina dopo con una pistola che te la punta alla testa.L'unica lato positivo, che accetta a malincuore, e che secondo lei possiede l'umanità, è la forza nella disperazione.Non è da escludere che provi ammirazione o che rispetti alcune persone, attualmente però nessuno rientra in questa categoria.Disprezza il suo vecchio Io, allo stesso modo di come disprezzava il fisico posseduto poco tempo prima della fusione.

<< Andate tutti a quel PAESE! >>
Il suono della porta che veniva sbattuta fu l'unico rumore che si sentì subito dopo, le pareti tremarono e il suono continuò a riprodursi nei corridoi.Non era la prima volta che accadeva, quella ormai era solamente una delle tante discussioni che aveva con i suoi ormai ogni giorno.<< La vita fa schifo...odio questo mondo, odio mio padre e mia madre...odio TUTTI! come vorrei come morissero e scomparissero per sempre dalla mia vita...>>.In seguitò scoppiò a piangere sul suo letto...la sua stanza assomigliava poco più che a quella di un carcerato, giusto il colore delle pareti le avevano fatto scegliere...capirai che scelta.Il cuscino si inzuppò velocemente e i singhiozzi, lentamente iniziarono a terminare...ormai non aveva nemmeno più le forze per quello.Si girò guardando il soffitto e pensando a ciò che si era promessa.<< Sette anni e cinquanta giorni...manca poco, e finalmente lascerò questa fogna...>>...già, sette anni fa si era promessa che una volta che fosse passato quel periodo di tempo, lei se ne sarebbe andata, tutto sarebbe finito.Ormai rimanevano cinquanta giorni, e guarda caso, il cinquantesimo giorno era proprio quello del suo compleanno.Doveva compiere diciannove anni, per legge diventava maggiorenne e libera di lasciare quel pianeta.Certo, le aspettava una bella litigata con suo padre...ma ormai era roba da poco, non era di certo la prima volta che l'affrontava a parole.
<< TOCK! TOCK! >>
La pausa era finita, doveva già tornare al lavoro...già, che bello...cinquanta giorni, ricorda...cinquanta giorni......prese un bel respirò e aprì la porta, dall'altra parte l'aspettava una delle numerose guardie di palazzo, una volta aveva provato a parlaci, tuttavia il suo tentativo non era andato in porto come sperava, il giorno dopo il padre aveva licenziato quella guardia.

Lo stesso giorno...

<< Forza, muoviti! datti una mossa! non siamo qui per pettinare le bambole, muovi quel bel tuo culetto e vedi di mettercela tutta!>>

E mentre il capo delle guardie diceva queste belle parole lei si ritrovava a terra con una guancia dolorante, dove aveva appena ricevuto un bel calcione.

Facile a parlare quando sei te che prendi a botte qualcun'altro più debole di te...

Si rialzò con le gambe tremanti, non capiva come poteva il padre pensare anche solamente ad addestrarla facendola combattere in una maniera simile...le sue speranze erano sempre pari a zero, aveva bisogno di un miracolo se voleva essere in grado anche solo di toccare quell'uomo.

Cinquanta giorni...

Per l'ennesima volta, si lanciò in avanti pronta a ricevere altri calci dall'altro.

Dieci giorni al cinquantesimo...

Quello si che era strano...per la prima volta in tutta la sua vita, aveva saputo che il padre aveva ordinato di interrompere il suo corso.Certo, era una cosa positiva questa...tuttavia non riusciva a scrollarsi di dosso l'orribile sensazione che qualcosa di peggio stava per arrivare.Seduta sul letto con il mento appoggiato sulle ginocchia pensava a tutte le possibilità di che cosa significasse un gesto simile.Volendo poteva provare a scoprirlo da sola, uscire ed entrare nell'ufficio del padre...tuttavia venire trovati significava avere una settimana intera di inferno, peggio addirittura di quelle che passa ora.

Dannazione...non capisco!

Per la frustrazione iniziò a mordersi il labbro e a stringere i pugni...quell'attesa la stava uccidendo, voleva assolutamente sapere che cosa l'aspettava.

<< Si può...? >>

Lo odiava quando faceva così, provava ad essere affettuoso e a fare il carino, in realtà quella era solamente una delle sue maschere per nascondere ciò che era in realtà, l'avevo capito bene e anche da abbastanza ormai, tuttavia lui insisteva nell'utilizzarla, in parte però doveva dire che non le dispiaceva vederlo così.

<< Certo, padre...>>

Il padre entrò con passo calmo, si girò e chiuse la porta, in seguito si appoggiò al muro di fronte a sua figlia.Un silenzio pesante cadde tra padre e figlia, la tensione era palpabile...per fortuna però, lui prese l'iniziativa.

<< Ascolta...so che tra dieci giorni è il tuo compleanno, e a dirla tutta...sappiamo sia io che te, che quello che fai ora non ti sta facendo ottenere alcun risultato...>>

Tutti gli allarmi esistenti nella testa di lei avevano iniziato a squillare, sembrava stesse per esplodere una bomba.Dentro di se pregava che il padre non continuasse, aveva capito dove voleva andare a parare.

...<< Per questo, abbiamo deciso che ti spediremo su un'altro pianeta, la Terra...la è presente una scuola...particolare, che forse risulterà più utile di tutti questi anni sprecati così, a vuoto.>>

No...non voleva questo, lei se ne voleva andare si...ma non per poi andare in un'altro posto dove doveva pensare solamente a spaccarsi in due perchè lo voleva il padre...no, quei sette anni che aveva passato sperando che di diventare libera, stavano per andare in fumo!

<< Scordatelo! io non andrò mai su un'altro pianeta del cavolo solamente per rincominciare a pensare ad allenarmi o a cavolate simili, mi sono stufata! scordatelo..no no e NO! >>

Pessima mossa...si era fatta prendere dalla disperazione e dall'ira, ormai era finita...aveva buttato all'aria tutto quello che aveva coltivato, era finita...semplice.Lo dimostrò che il padre scattò in avanti con voce furiosa e alzando il tono, tenendolo però sempre basso e calmo.

<< Tu farai quello che NOI abbiamo deciso per te! nessuna protesta è consentita, l'abbiamo fatto io, tua madre...tutta la tua famiglia e non sarai di certo te a porre fine a tutto! prepara i bagagli e ciò che ti vuoi portare dietro, parti tra dieci giorni in mattinata...>>

Se ne andò chiudendo la porta in tutta calma e lasciando così la figlia, da sola...che affogava nelle coperte del letto.

Spero che te muoia...

Poco dopo, si addormentò.

Dieci giorni dopo, alle dieci di mattina...

Si svegliò e vestì in tutta fretta, sapeva che i ritardi non andavano a genio ne al padre ne alla madre...tuttavia questa volta doveva preoccuparsi solamente del padre, la madre era andata fuori dal sistema per un lavoro di famiglia.

<< Finito...>>

Beh, non c'era molto da preparare, guarda caso quella che si stava portando appresso era poco più di una borsettina.Uscì fuori dalla sua stanza e rimase un attimo a fissarla, senza sapere perchè decise che doveva chiuderla, non voleva che ci entrasse nessuno.Entrò nell'hangar privato della famiglia, dove trovò il suo mezzo di trasporto che era pronto ed aspettava solamente lei.Accanto, c'era il padre che la guardava attraverso i suoi occhiali e a braccia conserte.

Devo provarci, l'ultima volta...

Non aveva ancora intenzione di arrendersi...si avvicinò lentamente con lo sguardo basso e buttò il suo bagaglio all'interno del velivolo sferico.Provò ad avanzare verso il padre, che la bloccò sul posto, quasi le aveva letto nella mente.

<< Niente sentimentalismi, figlia...entra la dentro e senza fare storie...>>

Lei invece rimase ferma dov'era, non sapeva che cosa fare.Il padre, sbuffò e in un attimo l'agguantò per un braccio e iniziò a trascinarla verso l'entrata del mezzo, lei si provò a dimenare ma fu tutto inutile, con un ultima spinta la gettò al suo interno e chiuse il portello.L'ultimo pensiero della ragazza, prima della partenza fu uno, uno soltanto.

Come vorrei che te non fossi mai esistito

Tempo dopo, sulla Terra...

Il mezzo al teletrasportò automaticamente in mezzo ad un parco che si trovava vicino all'ufficio per le iscrizioni all'interno della scuola, fu una noia mortale firmare tutti quei fascicoli...solamente una cosa si ricordò di quel giorno, ovvero la domanda che le posero quando arrivò dentro la scuola.

<< Come ti hanno spedito qui? >>

Che doveva dire...su una navetta spaziale?No, per favore...

<< A calci in culo, ecco come...>>



Alla scuola...

In seguito all'arrivo nella scuola e alla conoscenza di diverse persone ha passato il primo periodo di tempo senza problemi, nessun dato rilevante da segnalare fino al momento in cui ha iniziato a sviluppare i propri poteri.La follia, ha fatto la sua comparsa, prendendo il suo corpo prigioniero insieme alla sua anima.La sua instabilità l'ha portata a vedere le cose in modo diverso, oltre che rischiare di porre fine alla sua vita.Durante la guerra entra anche in contatto con una terza entità(oltre che ad acquisire una specie di telecomando), la quale sembra essere sparita in seguito, lasciando la vecchia Stella, alquanto perplessa.In seguito all'acquisto di una zanpakuto tuttavia, gli eventi prendono una piega inaspettata.La ragazza conosce Marrion, giovane negromante la quale possiede un negozio situato in uno dei vicoli sotterranei dove vive il mercato nero.Inaspettatamente, Elaheh, lo spirito della zanpakuto riesce a prendere momentaneamente il controllo dei pensieri di Stella, convincendola a collegare loro due, definitivamente.Una volta eseguita la modifica, per un breve periodo di tempo, la follia continua a risiedere nel suo interno.Successivamente, Elaheh riesce a fondersi e diventare tutt'una con Stella, eliminando così la pazzia e creando un nuovo essere.